DIVERSITY & INCLUSION: Potere ai giovani, la mia motivazione ed emozione a conclusione della docenza “ASCOLTO, INTENZIONE E AZIONE” per i Giovani del Direttivo Ass. Idrocefalo e Spina Bifida

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DIVERSITY & INCLUSION: Potere ai giovani, la mia motivazione ed emozione a conclusione della docenza “ASCOLTO, INTENZIONE E AZIONE” per i Giovani del Direttivo Ass. Idrocefalo e Spina Bifida

Siamo giunti alla conclusione del percorso formativo di sei mesi “Ascolto, Intenzione e Azione” finalizzato a preparare i giovani del futuro al mondo del lavoro e nell’ottica di agevolare il Collocamento Mirato (legge 68/99) specificatamente per i Giovani del Direttivo dell’Associazione Toscana Idrocefalo e Spina Bifida.

Il percorso ha visto protagonisti delle 100 ore di percorso 11 giovani da tutta Italia, che si sono messi in gioco per creare il loro futuro in una società che ancora deve ancora comprendere le opportunità della diversità ed inclusione, non solo per rendere più umani i luoghi di lavoro, rispettare la legge, ma anche per innovare i modelli di business inclusivi.

Sottolineo che 4 di loro sono anche degli sportivi in basket, tennis e ballo, oltre che ho già esperienze lavorative e anche lauree. Ad oggi molti di loro vengono ancora chiamati per ruoli di front office come call centre o portineria. Credete sia giusto? Quanto pregiudizio c’è ancora da combattere? Conoscersi è il primo punto di partenza, siamo PERSONE, e tutti abbiamo fragilità e forze. Sapete quanti talenti i disabili sviluppano in più rispetto ad una persona detta erroneamente “normodotata” che sogna di avere il DRIVE PER LA VITA.

In questi sei mesi, usando modalità online e anche laboratori mensili de visu, i giovani hanno sperimentato intelligenza emotiva, gestione dei conflitti, ascoltato realtà profit, no profit, pubblica amministrazione e infine sindacati ed agenzie del lavoro per esplorare le opportunità esistente e approfondire quali competenze cercano le diverse realtà e come candidarsi.

L’ultimo mese invece è stato dedicato allo sviluppo di un’idea imprenditoriale e lavorare sul business model canvas. Le due proposte sono state di realizzare un servizio educativo e collaborativo per capire il mondo della disabilità; il secondo un centro benessere polifunzionale non solo per disabili, ma anche per famiglie e cittadini, avvicinandoli così al valore economico e sociale anche di chi non dispone di tutte le funzionalità corporee, ma mentalmente è sano e performante.

Di seguito condivido alcune note da Clicca lavoro del Ministero del Lavoro.

Per collocamento mirato si intende il complesso degli “strumenti che permettono di valutare adeguatamente le persone con disabilità nelle loro capacità lavorative e di inserirle nel posto adatto, attraverso analisi di posti di lavoro, forme di sostegno, azioni positive e soluzioni dei problemi connessi con gli ambienti, gli strumenti e le relazioni interpersonali sui luoghi di lavoro e di relazione”. Dal collocamento mirato deriva l’istituto delle assunzioni obbligatorie.Di seguito condivido alcune note da Clicca lavoro del Ministero del Lavoro

Le aziende con più di 14 dipendenti devono riservare una quota destinata a: invalidi civili con percentuale di invalidità dal 46 al 100%, invalidi del lavoro con percentuale di invalidità superiore al 33%, gli invalidi per servizio (ex dipendenti pubblici , compresi i militari), invalidi di guerra e civili di guerra con minorazioni dalla prima all’ottava categoria, i non vedenti e i sordomuti; categorie protette: profughi italiani, orfani e vedove/i di deceduti per causa di lavoro, di guerra o di servizio ed equiparati (sono equiparati alle vedove/i e agli orfani i coniugi e i figli di grandi invalidi del lavoro dichiarati incollocabili, dei grandi invalidi per servizio o di guerra con pensione di prima categoria), vittime del dovere, del terrorismo e della criminalità organizzata.

I datori di lavoro che impiegano un numero di dipendenti:

Dai 15 ai 35, sono obbligati ad assumere un disabile

Dai 36 ai 50, devono assumere 2 disabili oltre i 50, devono riservare il 7% dei posti a favore dei disabili più l’1% a favore dei familiari degli invalidi e dei profughi rimpatriati I datori di lavoro presentano la richiesta di assunzione entro sessanta giorni dal momento in cui sono obbligati all’assunzione.

A seguito delle novità introdotte dal Decreto Legislativo n.151/2015, è intervenuta la nota direttoriale del 23 gennaio 2017 fornendo dei chiarimenti sugli obblighi assuntivi per i datori di lavoro che occupano da 15 a 35 dipendenti, nonché dei partiti politici, delle organizzazioni sindacali, delle organizzazioni che, senza scopo di lucro, operano nel campo della solidarietà sociale, dell’assistenza e della riabilitazione.

La determinazione del numero dei soggetti disabili da assumere è data dal computo, tra i dipendenti, di tutti i lavoratori assunti con contratto di lavoro subordinato. Non sono computabili: i lavoratori occupati con contratto a tempo determinato di durata inferiore a 6 mesi, i disabili, i soci di cooperative di produzione e lavoro, i dirigenti, i lavoratori assunti con contratto di inserimento, i lavoratori occupati con contratto di somministrazione presso l’utilizzatore (salvo quanto disposto dall’articolo 34, comma 3 del Decreto Legislativo n.81/2015), i lavoratori assunti per attività da svolgersi all’estero per la durata di tale attività, i soggetti impegnati in lavori socialmente utili, i lavoratori a domicilio e i lavoratori che aderiscono al “programma di emersione”, gli apprendisti, i lavoratori con contratto di formazione-lavoro, i lavoratori con contratto di reinserimento.

Con l’entrata in vigore del Decreto Legislativo n.185/2016, di modifica della Legge 68/99, i lavoratori già disabili prima della costituzione del rapporto di lavoro, anche se non assunti tramite il collocamento obbligatorio, sono computati nella quota di riserva ma devono avere una riduzione della capacità lavorativa pari o superiore al 60 per cento oppure superiore al 45 per cento nel caso di disabilità intellettiva e psichica.

Il decreto legge 28 giugno 2013 n.76, convertito dalla legge 9 agosto 2013, n. 99, per garantire il rispetto del principio della parità di trattamento delle persone con disabilità, ha previsto poi l’obbligo per i datori di lavoro pubblici e privati di adottare degli “aggiustamenti” ragionevoli (definiti dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità) nei luoghi di lavoro, per garantire alle persone con disabilità la piena eguaglianza con gli altri lavoratori.